Vespa Vellutina
Ordine: Imenotteri
Famiglia: Vespidi
Genere : Vespa
Specie: Vespa Vellutina
Originario dell'Asia
il calabrone asiatico è presente dal nord dell'India alla Cina e della penisola in Indocinese. Gli individui della sottospecie introdotta in Francia , Vespa vellutina Nigrithorax, si suppone siano originari della Cina.Le condizioni climatiche ,nei Paesi dell'Asia continentale in cui vivono sono paragonabili a quelle dell'Europa meridionale.
Biologia della specieLa specie comprende una decina di sottospecie conosciute. La sottospecie presente in Francia, la Vespa Velutina Nigrithorax, é facilmente distinguibile dal calabrone europeo. L'adulto misura circa 30 mm di lunghezza, il torace é di color bruno scuro e l'addome presenta segmenti addominali bordati da una sottile banda gialla. Sul 4° segmento addominale porta una larga banda color giallo arancio.Habitat e descrizione del nido
La vespa Velutina N. nidifica tra il fogliame degli alberi, talvolta sotto ripari areati ( fienili hangar), utilizza inoltre le cavità presenti nei muri, in alberi e nel suolo. Le operaie, generalmente costruiscono un nido di forma sferica ( leggermente allungata ) che supera spesso 40cm di diametro. Il nido dispone generalmente di un sola entrata, situata a media altezza costituita da una apertura di 1,5 cm di diametro protetta da un riparo in catapesta.
Nella sua dimensione massima a fine ottobre il nido é composto in generale da sei-sette piani, chiamati favi di celle o strati un cui viene deposta la covata. Al massimo dell'attività , (Settembre-Ottobre) la popolazione di calabroni all'interno del nido varia da 1200 a 1800 individui.
Il ritrovamento, anche solo sospetto, di un esemplare di V.vellutina, deve essere immediatamente segnalato alle Associazioni apistiche localie al crea api di Bologna inviando la segnalazione al sito www.stopvelutina.it
Nome scientifico:Vespula Vulgaris
Nome comune: Vespa Comune
Famiglia: Vespidae
Ordine: Imenotteri
Diffusa prevalentemente nelle regioni fredde del Vecchio e del Nuovo Mondo, la vespa comune è diffusissima in Italia e si distingue dal calabrone per le dimensioni decisamente più ridotte. In comune con il calabrone ha la struttura del nido e l’organizzazione della società, con una femmina feconda che svolge il ruolo di regina, molte femmine sterili che fungono da operaie e, in certi periodi dell’estate, alcuni maschi aventi soltanto funzione riproduttiva. Il nido è sotterraneo, più piccolo di quello della vespa di terra, ma talvolta può essere appeso ai rami degli alberi oppure collocato nelle cassette delle lettere, sotto catini o vasi rovesciati. La puntura della vespa è piuttosto dolorosa, ma in genere non pericolosa, tranne che nei soggetti allergici, in cui può causare gravi reazioni.
Nome scientifico: Vespa Crabro
Nome comune: Calabrone
Famiglia: Vespidae
Ordine: Imenotteri
La Vespa crabro, conosciuta comunemente come Calabrone, è un insetto presente in tutta Europa.
La Vespa crabro ha una lunghezza di 3,5 centimetri (regina) e 2,5 centimetri (operaie) e sono di colore giallo-arancio e rosso-marrone.
Questo insetto è presente in pianura ed in collina, più frequentemente nel centro-sud italia. La Vespa crabro caccia insetti di vario tipo, incluse le api. Nidifica di preferenza in alberi cavi, intercapedini, nei muri, camini e soffitte. Il nido ha un involucro di colore marrone chiaro, molto fragile. Le colonie sono composte da qualche centinaio di esemplari adulti nel periodo di massimo sviluppo.
Diffusione: Su tutto il territorio italiano.
Periodo di esposizione agli insetti: Dal mese di Marzo al mese di Settembre/Ottobre. l'esposizione avviene attraverso le punture dell’insetto provocato o minacciato.
Valutazione allergologica: Le reazioni allergiche al veleno di vespidi possono essere talmente gravi da provocare uno schock anafilattico con conseguenze a volte fatali.
Aethina tumida
Introduzione e diffusione
L'importazione di api vive (regine, sciami,pacchi d'api) e di materiale apistico (favi) può considerarsi un rischio non trascurabile per le nefaste conseguenze che avrebbe su tutto il settore dell'apicoltura e sull'indotto agricolo, tanto che L'UE l'11 Dicembre del 2003 ha deciso di limitare le importazioni di api e bombi e ha posto l'obbligo di controllo alla frontiera di tutto il materiale apistico.
Ciclo Vitale
Aethina Tumida è un coleottero ( ordine di insetti caratterizzati da tegumento robusto ed elitre rigide e membranose che coprono nel riposo il secondo paio di ali, quelle atte al volo ) appartenente alla famiglia dei Nitidulidi originario dell'Africa meridionale dove è conosciuto come il piccolo coleottero dell'alveare (" small hive beetle" SHB) .
Nel ciclo vitale gli adulti di Aethina Tumida penetrano nell' alveare attraverso l'ingresso, dove la femmina depone parecchie centinaia di uova dalle quali nascono le larve, in seguito dopo 10 /20 giorni le larve mature escono dall'alveare, per andare ad impuparsi nel terreno circostante per poi tornarvi come insetti adulti dopo 3/4 settimane.
In totale il ciclo biologico completo da uovo ad adulto richiede circa dalle 7/8 settimane; in un anno compie in media due generazioni.
Uova
La femmina produce ammassi di uova di colore bianco perla che vengono depositate in gruppi irregolari nelle fessure e nelle cavità degli alveari; ogni adulto può produrre dalle 50/60 uova . Le uova 1,4 mm di lunghezza per 0,26 mm di larghezza sono apparentemente simili a quelle delle api, ma più piccole di un terzo. il periodo di incubazione va da 1/6 giorni.
Larve
Le larve di Aethina Tumida sono di color crema, lunghe circa 19 mm, si nutrono di miele, di polline e di uova per 10/16 giorni,; potrebbero venire confuse con quelle della tarma della cera (Galleria melonella) se non fosse per la presenza di tre paia di prozampe in posizione anteriore, questo stadio è quello che causa il maggior danno all'alveare, la presenza di escrementi del coleottero innescano un processo di fermentazione del miele che lo rende non più idoneo all'alimentazione umana e alle api.
Pupe
le larve escono dall'alveare e si lasciano cadere nel terreno circostante dove si sviluppano i pupari ad una profondità variabile dai 5/60 cm. La maggior parte dei coleotteri adulti provvisti di ali emerge dopo 3/4 settimane.
Adulti
Gli adulti sono inizialmente di colore giallastro e definitivamente di colore nero. Hanno una lunghezza di 5/7 mm per 2,3/2,5 con una longevità massima di 6 mesi. La forma adulta passa la stagione invernale all'interno del glomere, nutrendosi dei prodotti dell'alveare . Il coleottero adulto é un eccellente volatore. Il coleottero adulto è un eccellente volatore, si può spostare fino a 20 km/anno. Può resistere per parecchi giorni senza cibo e può sopravvivere e riprodursi anche al di fuori dell'alveare (es. frutta molto matura ). Le stesse api possono provvedere ad alimentare i coleotteri attraverso la trofallarsi.
Diagnosi
1) Rimuovere il coprifavo e riporlo, rovesciato, in terra; appoggiare il melario sul coprifavo e lasciarlo per circa un minuto: il parassita , che rifugge la luce, cercherà rifugio sul fondo; alzare il melario e osservare con prontezza la superficie interna del copri favo per verificare l'eventuale presenza di Aethina tumida.
2) l'ispezione nel nido, rimuovere i favi di covata , osservare la superficie per scoprire la presenza di adulti o di forme larvali nelle celle disopercolate. Rimuovere i restanti favi, esaminare il fondo dell'arnia ponendo particolare attenzione agli angoli, dove il parassita tende rifugiarsi per sfuggire alla luce.
3) Nel caso in cui si rilevi la presenza del parassita, introdurli in un contenitore (tipo vasetto di miele), facendolo poi pervenire ai Servizi veterinari competenti per territorio.
Lotta in Apiario
o Possono vivere al di fuori dell'alveare degli alveari con polline e frutta marcia.
o Sono capaci di riprodursi nella frutta marcia.
o Possono vivere più di un anno in cattività.
o La femmina di coleottero può deporre da 30/50 uova al giorno per 30/60 giorni.
o I coleotteri preferiscono alveari all'ombra piuttosto che al sole.
o Sono attirati dal feromone di allarme degli alveari.
o Le api europee non lo aggrediscono quanto quelle africane.
o Per riprodursi in primavera ed estate va in alveari deboli.
o In autunno preferisce alveari forti per stare al caldo.
o Quando le uova schiudono e le larve distruggono i favi, le api sciamano.
o L'esoscheletro è troppo duro per essere penetrato dal pungiglione delle api.
o Le larve mature possono percorrere grandi distanze per trovare un buon posto per impuparsi.
o Non é obbligatorio impuparsi nel suolo: ogni materiale o posto può andare bene.
o Ammassi di larve possono produrre calore per proteggersi dal freddo.
Fonte
"Small Hive Beetle" di David Westerveltt
Ordine: Ditteri
Famiglia: Sarcophagidae
Genere : Senotainia
Specie :tricuspis
Nom.Bino:Senotainia tricuspis
Senotainia tricuspis (Meigen, 1838) è un insetto appartenente alla famiglia Sarcophagidae. È un dittero sarcofagide che parassita le api bottinatrici e le porta a morte utilizzandole come substrato per lo sviluppo delle sue forme larvali.
Senotainia tricuspis, a prima vista è molto simile di aspetto a una comune mosca domestica.
L'adulto di Senotainia tricuspis ha dimensioni che vanno dai 5 agli 8 mm di lunghezza ed è caratterizzato da una striscia mediana facciale di colore bianco-grigiastra percorsa da due file di setole corte. Il tutto interposto tra i grandi occhi composti.
Le Senotainie sono facilmente individuabili in apiario da giugno ad ottobre mentre sostano in agguato sui tetti degli alveari.
Le femmine depongono la larva sull'ape adulta; il passaggio da L1 a L2 avviene poco dopo la penetrazione nel torace dell'ospite e la larva di seconda età vi si trattiene per 4-5 giorni alimentandosi di emolinfa (periodo prepatente).
Successivamente, verso la fine della seconda età, la larva inizia a lacerare il sistema tracheale e vascolare; in questa fase l'ape inizia a manifestare i primi sintomi, quali la mancata chiusura delle ali a riposo e difficoltà nel volo.
Segue quindi l'attacco della L2 ai muscoli toracici con conseguente incapacità dell'ape di volare. In poche ore l'ospite risente dell'azione traumatica del parassitoide e dopo una grave debilitazione giunge a morte. A questo punto la larva parassitoide muta alla terza età ed esce all'esterno dell'ape, completando il suo sviluppo in 4-5 giorni nutrendosi dei tessuti in decomposizione della sua vittima (attività saprofagica).
Quando la L3 è giunta a maturità si infossa superficialmente nel terreno per mutare in pupa. Il passaggio da L3 a pupa avviene circa in 10 giorni. Dai pupari formatisi tra giugno e fine luglio, dopo appena 15-20 giorni si liberano per buona parte mosche adulte di nuova generazione che porterà, nell'apiario infestato, ad un incremento notevole delle femmine fecondate in coincidenza della piena estate (ultima decade di luglio-fine agosto
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Nome comune: Carpofilo americano
Nome scientifico: Carpophilus lugubris Murray
Nome inglese: Dusky sap beetle
Tassonomia: Ordine Coleoptera, Famiglia Nitidulidae
Descrizione:
Le uova sono bianco latte, ovali, lunghe circa 1,2 mm e larghe circa 0,25 mm. Possono essere deposte singolarmente o in piccole catene (di 3-5 uova).
Le larve sono bianco crema o rosate, con caratteristici elementi diagnostici (es. capo brunastro e placca caudale).
Gli adulti sono lunghi 3,5-4,5 mm, hanno forma ovale e presentano una colorazione scura, con piccole aree sfumate di colore bruno-rossastro alla base delle elitre. Sono abili volatori.
C. lugubris sverna generalmente come adulto nel terreno, dove vi è presenza di residui vegetali, di erbe alte o di vecchie ceppaie. In tarda primavera emergono gli adulti e le femmine, dopo l’accoppiamento, depongono le uova in materiale vegetale in decomposizione. Le larve si alimentano proprio di queste sostanze vegetali in decomposizione per poi impuparsi nel terreno.
Nelle regioni temperate del Nord America, il ciclo si completa in circa 30 giorni, con la possibilità di avere sovrapposizione di diverse generazioni. Gli adulti sono attivi dalla primavera fino all’autunno, anche se le popolazioni diminuiscono in genere dopo la metà di luglio-agosto.
Descrizione dei sintomi:
Le infestazioni riscontrate in Friuli Venezia Giulia hanno causato danni prevalentemente a piccoli frutti (fragole e lamponi) e fiori di zucchino, sia in aziende convenzionali che a produzione integrata e biologica.
I coleotteri nitidulidi sono noti per essere attratti da frutta sovramatura o in fermentazione, ma nel caso delle infestazioni di C. lugubris sono stati riscontrati danni diretti che hanno interessato per lo più fragole mature e pronte per la vendita.
Per quanto osservato sul campo, l'attacco ai frutti avviene a partire da piccole ferite naturali o praticate dall’insetto stesso. I maschi emettendo il feromone di aggregazione attraggono in massa nuovi adulti. L’attività trofica dei numerosi insetti presenti sul frutto provoca ampie erosioni della polpa e il completo deprezzamento o non commerciabilità del prodotto.
Occasionalmente la specie è stata rinvenuta anche sulle spighe del mais in fase di maturazione lattea o cerosa, dove però i danni non sono stati di particolare rilievo. Nel mais, infatti C. lugubris sembra riuscire ad attaccare soltanto le spighe dove le brattee non chiudono completamente le cariossidi al loro interno, e sulle quali si sono osservati sia adulti che larve.
Indicazioni per la lotta:
Attualmente non sono presenti molte esperienze di lotta a questa specie in Italia, proprio a causa della sua recente introduzione.
In Italia non vi sono ancora prodotti fitosanitari autorizzati per lo specifico impiego, ma diversi insetticidi ad azione abbattente (già utilizzati nella difesa dai più comuni insetti delle colture attaccate) possono avere un’azione di contenimento anche nei confronti delle infestazioni di Carpophilus lugubris.
I criteri di difesa integrata mutuati dall’esperienza nordamericana prevedono il controllo delle infestazioni di C. lugubris mediante la tecnica della cattura massale, con trappole adescate con lo specifico feromone di aggregazione.
Vi sono diversi modelli di trappole in commercio, ma quelle da posizionare a livello del suolo paiono fornire le maggiori garanzie di successo. Talvolta il feromone di aggregazione concentra gli esemplari senza che questi vengano catturati dalle trappole, ma anche questo può limitare i danni alle coltivazioni, perché l’insetto si concentra in punti definiti e isolati della coltivazione.
La rimozione dei residui colturali e il loro interramento prima dell’inverno possono inoltre contrastare lo svernamento degli adulti nel terreno, nonché ridurre i siti idonei per l’ovideposizione e le fonti alimentari per le larve